In un campo così saturo di immagini, stili e messaggi, più o meno interessanti, che dovrebbero far scaturire l'interesse verso il prodotto che vanno a vestire, quello delle etichette dei vini è sicuramente tra i più ostici.
Spesso infatti, i produttori confondono la voglia di trasmettere il forte sentimento verso il loro prodotto con la “bellezza oggettiva”. Partiamo dal presupposto che una “bellezza oggettiva” non esiste, ma di certo si dovrebbe fare in modo di avvicinarsici quanto più è possibile e questo grazie a delle piccole regole che, se rispettate, permetteranno alla vostra bottiglia di essere empàtica, diretta, apprezzata ed infine scelta!
Infine, ma non per ultimo, rendiamoci conto che per realizzare un'etichetta piacevole e fortemente comunicativa bisognerebbe accompagnarla con una buona strategia di marketing. Eh si, spesso etichette che risultano ai più davvero brutte, sono straconosciute e stra-apprezzate e questo grazie anche a tattiche pianificate che ne sostengono il concetto.
Ma ora, cominciamo!
1] IDENTITÀ
Ogni vino ha di certo una sua identità intrinseca con il vitigno. Conoscere la zona di provenienza, i tempi di maturazione, i periodi di raccolta e le fasi di produzione, ci permetteranno di avere una prima idea complessiva di quella che sarà l'anima del nostro prodotto. Di certo, i vitivinicoltori su questo argomento saranno preparatissimi ma proprio questa specifica conoscenza può sfociare in un amore incondizionato della loro “creatura” tanto da offuscarne un'analisi estetica razionale.
2] METODI, PRINCIPI, QUANTITÀ
Conoscere metodi e principi di stampa si rivela, nella maggior parte dei casi, un'arma indispensabile contro lo sperpero inutile di danaro. Spesso infatti, si tende a creare etichette ricche di inserti, particolari e lavorazioni come stampa a caldo, finitura lucida in UV o meravigliose fustelle prima di aver quantificato la reale tiratura necessaria. A piccole quantità corrispondono, di solito, elevati costi copia, su grandi quantità invece, questi risultano inferiori. Questo discorso si estremizza se per la nostra splendida e baroccheggiante etichetta, sfarzosa e luminosa come una serata di vip al Billionaire si prevede una tiratura limitata e diventa pressochè irrealizzabile. Il consiglio è quindi di decidere a priori le quantità di stampa e di conseguenza muoversi sul tipo di lavorazione e grafica.
3] STRATEGIA DEI COLORI
Ora, mettetevi nei panni di un acquirente inesperto che vuole impressionare la sua nuova fidanzata offrendole una cena romantica accompagnata da un buon vino rosso. Secondo voi, quale vino acquisterà?
Secondo alcuni studi, il 73% di chi compra saltuariamente del vino, lo fa seguendo gli stimoli che la sua mente associa ai colori. È un dato di fatto che, a seconda delle aree geografiche, i colori trasmettano sensazioni. Il blu: sicurezza, il nero: eleganza, il rosso: passione, il giallo: allegria, il verde: ottimismo e così via. Ma è anche vero che se il verde in Europa è sinonimo di freschezza, leggerezza e appunto ottimismo, negli Stati Uniti, viene facilmente associato al colore dei dollari (verdoni) e quindi, materialità, pesantezza quasi disgusto. Scegliere quindi i colori predominanti, in base alle caratteristiche organolettiche del vino risulta fondamentale per dare un primo messaggio.
4] PERFEZIONAMENTO
Ascoltare e assimilare ciò che il mercato richiede è fondamentale. Davvero poche sono le etichette mai rimaneggiate nel corso degli anni. In periodi di forte dinamismo come questi, nei quali da un giorno all'altro cambiano le regole dei mercati, gli stili di vita e le necessità del consumatore, essere al passo coi tempi è fondamentale. Diamo un'occhiata ad aziende leader in settori differenti: Apple ad esempio, ha restylizzato il proprio logo e la propria comunicazione non poche volte, trasformandoli da illustrazioni che ora giudicheremmo antiche e demodè, a coloratissime per passare a grafiche 3D e ricche di effetti speciali che oggi culminano in flat (piatto) e semplicità dove il primo protagonista è il consumatore comune. È il mercato che le ha chiesto questo. Quindi, se amate particolarmente motivi o stili che, avete notato dalle vostre ricerche, non si ritrovano più in giro, un motivo ci sarà.
5] EQUILIBRIO
E' forse questo il punto che preferisco: EQUILIBRIO! La giusta armonia tra i principi fondamentali fin qui descritti è sicuramente il segreto n.1 di cui avvalersi. L'equilibrio è il collante che unisce i primi 4 punti, è il compromesso tra le proprie sensazioni e ciò che il mercato richiede, tra l'utilizzo eccessivo ed il giusto grado di abbellimenti e particolari, tra il messaggio che si vuol esprimere e la giusta strada per farlo.
Concludo questa breve guida con un 6° punto che non avevo previsto ma che è importante almeno quanto gli altri. Affidatevi, quando potete, alla consulenza di un esperto. Lo so, sembra lo slogan della Pubblicità Progresso che invita a diffidare da falsi tuttologi senza esperienza ma è così.
Solo e soltanto qualcuno che quotidianamente è immerso nel campo della comunicazione può aiutarvi a trovare il giusto equilibrio tra ciò che vorreste e ciò che realmente serve.
La comunicazione è una delicatissima forma di influenzamento psicologico che ammalia, convince e spesso devia le scelte dei consumatori e questo, le grandi aziende, lo sanno già da molto molto tempo.